Probabilmente, così come è successo a me, vi siete avvicinati allo Yoga per diventare più flessibili, più elastici, più forti e, perché no, anche più magri.
Ad un certo punto però, se siete stati così fortunati da comprendere, almeno solo in parte, la magia dello Yoga, e se avete continuato il vostro percorso, avrete ben presto scoperto una miriade di altri benefici ad esso connessi.
Se praticate Yoga con costanza, qualunque sia la ragione che vi ha spinti a intraprendere questo cammino, sono sicura che vi sentite già parte di una comunità viva e unita dal desiderio di vivere al meglio questo tempo che ci è stato donato.
Per quanto questa disciplina sia antica e parte integrante di una tradizione millenaria e, per molti di noi, esotica, lo Yoga sta dimostrando di essere facilmente adattabile ai tempi moderni.
Le connotazioni che è capace di assumere lo rendono più facilmente fruibile a noi uomini d’occidente (dove per occidente non si intende un’area geografica, quanto più uno stile di vita).
L’approccio semplice, fisico e pratico può essere, come è stato per me, il giusto canale per giungere ad una comprensione più profonda.
Lo Yoga non è solo meditazione, non è solo respirazione, non è solo posizioni: lo Yoga è tutto, lo Yoga è uno stile di vita.
La profondità di questa disciplina le permette di unire mente, corpo e spirito per creare equilibrio e armonia. Le sue radici, che affondano nell’antica India, nella lingua sanscrita e nei testi sacri che costituiscono la sua base filosofica, sono davvero ben radicate nella cultura di quella parte di oriente.
La parola Yoga deriva dalla radice sanscrita Yuj che significa unione o collegamento. Questo termine ne riflette l’essenza stessa: unire la mente, il corpo e lo spirito per raggiungere uno stato di equilibrio e armonia.
È un percorso che ci permette di connetterci con noi stessi e con l’universo che ci circonda.
Per comprendere appieno lo yoga, dobbiamo rivolgerci ai testi sacri dell’India antica appunto, in particolare agli Upanishad e ai Veda.
Gli Upanishad contengono concetti chiave come il Brahman, la realtà ultima, la coscienza cosmica, e l’Atman, il sé interiore, che è senza inizio, poiché la sua nascita dal nulla implicherebbe l’assenza di un’esistenza precedente, che sono fondamentali nella filosofia yogica.
Questi testi sacri forniscono la base teorica su cui si fonda lo Yoga, una filosofia che va ben oltre la pratica fisica, chiaramente.
A circa 2.000 anni fa, risale uno dei testi più importanti nella storia dello Yoga: gli Yoga Sutra scritti, secondo tradizione, da un saggio indiano di nome Patanjali.
Questo testo sistematizza e organizza gli insegnamenti yogici in otto passi noti come “Ashtanga Yoga”. Questi passi includono principi etici e morali (Yama), disciplina personale (Niyama), posizioni fisiche o posture (Asana), controllo del respiro (Pranayama), ritiro dei sensi (Pratyahara), concentrazione (Dharana), meditazione (Dhyana) e illuminazione o stato di unità (Samadhi).
Questi otto passi forniscono una guida completa per la pratica yogica, abbracciando sia gli aspetti fisici che quelli mentali e spirituali.
Fare Yoga in questo mondo occidentale, così frenetico e fuori fase, a tratti cattivo e selettivo, secondo me, significa respirare, significa entrare in contatto con il proprio sé, significa capirsi, insomma, significa volersi bene.